Social Media e “Metodo Stamina”

StaminaI social media rappresentano un fondamente cambiamento nel modo in cui la gente apprende, legge e condivide informazioni e contenuti. In essi si verifica una fusione tra sociologia e tecnologia che trasforma il monologo (da uno a molti) in dialogo (da molti a molti) e ha luogo una democratizzazione dell’informazione che trasforma le persone da fruitori di contenuti ad editori.

Da quando i social media sono entrati a far parte delle nostre vite, abbiamo la sensazione di poter accedere a ogni tipo di conoscenza. Basta fare un ricerca online. Tuttavia questa disponibilità pressoché infinita rischia di generare un rumore esagerato e dannoso. Ultimamente i media in generale parlano sempre più spesso di scienza anche fuori dalle pagine scientifiche, ma la cultura scientifica in generale tra la popolazione non e molto “elevata”. Un fatto che recentemente ha suscitato l’interesse della rete è il caso del “Metodo Stamina”.

Il caso di una piccola bambina di tre anni e mezzo “Sofia” affetta da una grave malattia neurodegenerativa, e altri tre bambini in condizioni simili. L’unica cura sembra un metodo sperimentale “metodo Stamina”, messo a punto dal professore Davide Vannoni e dalla sua associazione Stamina Foundation, che prevede l’infusione di cellule staminali mesenchimali. Le famiglie lottavano in processi da anni ma il caso e esploso dopo un servizio delle Iene, che subito dopo ha intasato la rete, spargendosi a macchia d’olio sui social media, forum e blog, generando vasti gruppi a supporto sui social network, petizioni online e accanimento contro chi aveva bocciato questo trattamento, Istituto superiore di Sanità e ministero. Anche Adriano Celentano e molti altri si sono espressi pro cura.

Di fronte alla pressione dell’opinione pubblica, il ministro ha ridato il via libera ai trattamenti, e Il Parlamento italiano sta  introducendo un comma che ridefinisce il concetto dei trattamenti con le staminali considerandolo come un trapianto di tessuti e, pertanto, ponendolo al di sopra di ogni supervisione. Fatto che ha alterato le figure del settore più importanti al mondo, tra le quali anche il premio Nobel per la medicina 2012 Yamanaka, apparsi recentemente su Embo Journal, legato a Nature, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo per fare un appello.

Chi pensa che gli utenti di internet siano facilmente strumentalizzabili deve ricredersi, infatti dopo gli ultimi sviluppi, il “popolo del web” sta cambiando opinione mostrando una propria volontà e libertà di pensiero. Perché è giusto sbagliare ma l’importante è capirlo e cercare di rimediare. Con tutto il rispetto per le figure sociali importanti ma “ignoranti” sul tema, c’è un sistema con delle regole, ed è giusto interrogarsi se valga la pena azzardare, rischiare di creare un precedente che spiana la strada agli avventurieri e distrugge il sistema sanitario pubblico, fra l’altro considerato uno tra i migliori al mondo. Internet l’ha fatto, adesso rimane solo da aspettare e vedere se il senato ne terrà conto o mostrerà la stessa maturità analizzando tutti i fattori prima di pronunciarsi a riguardo.

Eriol Karruli