G-glass: l’esigenza di virtualizzare la realtà

gGlass#ifihadglass la simpatica campagna del colosso Google per scovare i migliori Glass Explorer si è ormai conclusa e la rete ad oggi è invasa da recensioni, problematiche e discussioni che ruotano attorno al nuovo oggetto del desiderio hi-tech.

Stiamo parlando dei rivoluzionari Google Glass l’invenzione della compagnia di Mountain View candidata a regalarci una porta d’accesso al mondo della realtà aumentata. Il cui scopo è sovrapporre al mondo fisico contenuti digitali interattivi, portando le informazioni dove e quando servono, abbattendo i confini del web e limitando ancora di più i sottili confini tra mondo on-line e mondo off-line, il cui fine più alto è creare una virtualità reale che apre le porte a una modalità di comunicazione nuova e rivoluzionaria. È possibile farsi un’idea, forse un po’ utopistica, di tutto ciò guardando il video accattivante e coinvolgente presente sul sito ufficiale del progetto.

Ancora in attesa di essere commercializzati questi piccoli oggetti rivoluzionari fanno però parlare di se con un’accezione negativa. Dalle prime recensioni e feedback pare che google si sia dimenticato della protezione della privacy. Parliamo di protezione sia on the road, è possibile filmare e scattare fotografie passando inosservati, che dei dati personali veri e propri, come password e pin segreti che ripresi dalla telecamera integrata potrebbero essere usati da terze parti. Inoltre, il sistema operativo (ancora in versione beta) montato sui primi G-glass è già stato violato rendendo così possibile spiare ogni mossa di chi ne porta un paio sul naso. Ancor prima che i G-glass cambino il mondo il mondo si protegge dall’invasione, ed ecco che nascono i primi divieti e limitazioni di accesso a particolari locali e ambienti se si indossano i G-glass.

È normale che l’avvento di una nuova tecnologia generi ondate di critiche, la storia ci insegna che il tecnopessimismo  non è una novità. Sarà forse una precauzione per salvare ciò che di più naturale c’è fra gli uomini,la comunicazione e la condivisione diretta non mediata dalla tecnologia? Oggigiorno è assodato e quasi completamente accettato il fatto che il confine tra mondo on-line e off-line si sia talmente assottigliato da non essere più distinguibile. L’(introduzione)intromissione nella nostra vita della realtà aumentata è un passo ulteriore verso una vita che possiamo definire cyber vita.

Rimane da rispondere ad una sola domanda, quanto vale la pena sacrificare e modificare il nostro vivere per la nuova tecnologia? Indossare i G-glass tutto il giorno significa essere costantemente collegati alla rete entrare nel mondo “aumentato“ al 100%, un semplice comando OK glass da il via alla registrazione di un filmato, alla ricerca on line, allo scatto dell’istantanea,alla navigazione con il gps ecc… tutto molto semplice e facilitato, nel giro di qualche secondo sarà possibile risolvere qualsiasi dubbio. Scambiamo dunque l’intuizione, la creatività, quella piacevole sensazione di soddisfazione nel aver trovato la soluzione ad un problema complesso, con la velocità e soluzioni derivate dalla conoscenza collettiva.

Siamo veramente disposti a regalare parte dei nostri momenti migliori alla rete? Non tutti i minuti della nostra giornata sono così interessanti da essere ripresi. La tecnologia ci sta facendo diventare un po’ megalomani, noi al centro del mondo al centro delle attenzioni di tutti. Ma quanto può essere interessante il video o l’istantanea scattata in metropolitana mentre si va al lavoro. Sono le situazioni extraordinarie a produrre i contenuti migliori, bisogna solo chiedersi se si è disposti a portare i g-glass sul naso in queste situazioni, immaginatevi in una cena romantica o praticando il vostro sport preferito. Scambieremo l’emozione di vivere l’istante intensamente con la comodità di rivedere il filmato di quell’istante seduti sul nostro divano. Il vero pericolo a cui si va incontro non è forse quello di essere fisicamente presenti in un luogo ma mentalmente assorbiti da un mondo surreale?

L’evoluzione tecnologica ci porterà presto ad avere tutti un paio di google glass sul naso e nessuno farà più caso a queste considerazioni volutamente negati viste, resta a noi decidere come usare una tecnologia se farci schiacciare dalle mille possibilità che ci offre oppure inventarci un modo per sfruttarla, per creare contenuti unici e creativi che ci permettano di mettere in mostra il nostro talento e la nostra singolarità e sfuggire dunque alla standardizzazione imposta dalla rete.

Forse fa male eppure mi va di stare collegato di vivere d’un fiato
Jovanotti- mi fido di te

Chiara Mariani